トビト記…

トビト記は、旧約聖書の一部であり、トビトという名前の人物と彼の息子トビアスの物語が描かれています。この書は、ユダヤ人の教訓的な物語として知られています。
物語の背景は、アッシリアの支配下にあるイスラエル北部の地域です。トビトは病弱な状態にあり、失明してしまいます。彼は神に対して忠実で、自分の家族に善行をするように教えます。
トビトは息子のトビアスに重要な任務を与えます。トビアスは父親のためにアッシリアの首都ニネベに旅をし、トビトの旧友であるラグエルのもとに行き、トビトの財産を取り戻すための助けを求めます。
トビアスの旅は冒険的であり、天使ラファエルが人間の姿で彼に付き添います。彼はさまざまな困難や試練に遭遇しますが、信仰と勇気によって乗り越えます。
物語の終盤では、トビアスは婚約者であるサラと結婚し、彼女の呪いを解くことに成功します。トビトも視力を回復し、喜びに満ちた家族の再会が描かれます。
トビト記は、信仰、家族の絆、神の導きのテーマを探求しています。この物語は、困難な状況においても神への信頼と忠誠を保つことの重要性を強調しています。また、神の使者が人間の生活に介入し、神の奇跡や祝福が現れることも描かれています。
トビト記は、ユダヤ教の信仰と道徳的な教えを伝える重要な文書であり、またキリスト教の聖書でも使われています。この物語は、個人の信仰と家族の絆についての教訓を提供し、神への信頼と善行の実践の重要性を示しています。(ChatGPT)


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トビト記は、旧約聖書の一部であり、トビトという名前の人物と彼の息子トビアスの物語が描かれています。この書は、ユダヤ人の教訓的な物語…

トビト記は、旧約聖書の一部であり、トビトという名前の人物と彼の息子トビアスの物語が描かれています。この書は、ユダヤ人の教訓的な物語として知られています。

物語の背景は、アッシリアの支配下にあるイスラエル北部の地域です。トビトは病弱な状態にあり、失明してしまいます。彼は神に対して忠実で、自分の家族に善行をするように教えます。

トビトは息子のトビアスに重要な任務を与えます。トビアスは父親のためにアッシリアの首都ニネベに旅をし、トビトの旧友であるラグエルのもとに行き、トビトの財産を取り戻すための助けを求めます。

トビアスの旅は冒険的であり、天使ラファエルが人間の姿で彼に付き添います。彼はさまざまな困難や試練に遭遇しますが、信仰と勇気によって乗り越えます。

物語の終盤では、トビアスは婚約者であるサラと結婚し、彼女の呪いを解くことに成功します。トビトも視力を回復し、喜びに満ちた家族の再会が描かれます。

トビト記は、信仰、家族の絆、神の導きのテーマを探求しています。この物語は、困難な状況においても神への信頼と忠誠を保つことの重要性を強調しています。また、神の使者が人間の生活に介入し、神の奇跡や祝福が現れることも描かれています。

トビト記は、ユダヤ教の信仰と道徳的な教えを伝える重要な文書であり、またキリスト教の聖書でも使われています。この物語は、個人の信仰と家族の絆についての教訓を提供し、神への信頼と善行の実践の重要性を示しています。


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マルコ福音書の第12章13節から17節は、イエス・キリストが信仰と政治の関係についての重要な教訓を語った場面です。この箇所では、パリサイ…

マルコ福音書の第1213節から17節は、イエス・キリストが信仰と政治の関係についての重要な教訓を語った場面です。この箇所では、パリサイ人とヘロデ党の人々がイエスに質問を投げかけます。彼らはイエスに税金を納めるべきかどうか尋ねました。

イエスは彼らの意図を見抜き、鋭い答えで応じました。「神のものは神に、カイザルのものはカイザルに」と述べました。これは、人々が世俗的な政治の体制に従う一方で、神への忠誠も忘れてはならないことを意味しています。

イエスの言葉は、信仰と政治の領域を明確に区別し、それぞれの範囲での責任を示しています。税金の支払いは、社会的な責務であり、政府の法律と規則に従うことが求められます。しかし、私たちが忠誠を示すべき最も重要なものは神であり、神への敬虔さと信仰が私たちの生活の中心にあるべきです。

この教訓は、私たちが信仰と政治の関係をバランス良く持つことの重要性を示しています。政治は重要ですが、信仰を犠牲にすることはありません。私たちは、社会的な責任を果たしつつも、神への忠誠を保ち、神の原則に基づいて行動する必要があります。

この教訓は、現代の私たちにも適用されます。私たちは社会的な関係や政治的な状況において責任を持つ一方で、神の教えに忠実であることを心がけなければなりません。私たちの信仰は、私たちの行動と選択に反映されるべきです。

この箇所から、私たちは忠誠心と信仰を持ちながら、世俗的な環境で正直で公正な行いをすることの重要性を学ぶことができます。私たちは神のものでありながら、この世の中で生きることを求められています。


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「念ずれば花は咲く」というフレーズは、一般的には「信じれば奇跡は起こる」「心の力で望むことは実現する」という意味合いで使用されます…

「念ずれば花は咲く」というフレーズは、一般的には「信じれば奇跡は起こる」「心の力で望むことは実現する」という意味合いで使用されます。この表現は、思考や信念の力が現実を形作ることを強調しています。

このフレーズは、ポジティブな思考や信念の力が、人々の行動や結果に影響を与えることを示唆しています。ポジティブな思考や信念を持つことで、自信ややる気を高め、困難に立ち向かったり、目標を達成したりする力が生まれるという考え方です。

ただし、このフレーズはあくまでメタファー的な表現であり、現実世界の事象や結果を単純に思考だけで変えることを意味するわけではありません。努力や計画、適切な行動も必要ですが、ポジティブな思考や信念はそのサポートとなることができるのです。

要するに、「念じることによって、肯定的な思考や信念を持つことが重要であり、それが行動や結果に影響を与える」という意味合いで「念ずれば花は咲く」というフレーズが用いられることがあります。(ChatGPT)


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“#恵みについて”



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Economia della grazia - L'Osservatore Romano

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-05/quo-113/economia-della-grazia.html


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Riflessione sul segno eucaristico

Economia della grazia 

16 maggio 2023

Il segno eucaristico non rinvia in prima istanza alla croce ma all’economia della grazia: «La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (Giovanni, 1, 17). In effetti durante le settimane di Pasqua la liturgia propone, sia nel ciclo festivo che feriale, passi del quarto Vangelo in cui il segno eucaristico non è introdotto nella cena di addio ma dopo la moltiplicazione dei pani, attraverso il tema del pane disceso dal cielo. È associato alla manna: «Non è Mosé [...], ma è il Padre mio che vi dà il pane del cielo, quello vero» (Giovanni, 6, 32). È collegato all’economia della grazia, a quello status originario, sempre in atto, dal quale l’umanità è fuoriuscita non tanto a causa del peccato ma del nascondimento che segue al peccato e che produce separazione.

«Dove sei? Mi sono nascosto». Nascondersi da Dio non è possibile. Ma nascondersi a se stessi separa da se stessi e da Dio, separa dalla verità, porta verso una deriva di oscurità sempre più fitta. Gesù vede nella verità, vede nel buio fino in fondo, fino alla soglia più profonda del dolore che è l’assenza di Dio. «Padre, perché mi hai abbandonato!». Gesù penetra nell’abisso del cuore umano, non rifiuta niente. Assumendo quello che l’umanità non può patire, spalanca canali di grazia. Il segno eucaristico in Giovanni acquisisce una valenza dilatata che apre alla sovrabbondanza, come testimonia il segno della moltiplicazione dei pani: «Dopo aver reso grazie» (Giovanni, 6, 11). Il pane disceso dal cielo è il verbo incarnato che, pur entrando nell’umano, non perde la sua natura divina e pertanto riversa nell’umanità stanca e inaridita, sottoposta al giogo della forza, la vitalità sorgiva dell’atto creativo, la leggerezza della grazia. Verbo incarnato è l’espressione forte attraverso cui l’evangelista Giovanni sintetizza la straordinaria novità dell’annuncio: l’infinita potenzialità della parola creatrice, del verbo, è accolta in pienezza in un essere umano.

«In principio era il verbo» rinvia all’inizio della Genesi, all’opera creatrice. Si potrebbe declinare anche come: nel Padre era il Figlio. Evidente allusione alla Trinità, al movimento relazionale intrinseco a Dio. Se il Padre rimane misterioso e insondabile, il Figlio viene alla luce, è l’essere umano stesso, «Adamo, figlio di Dio» (Luca, 3, 38), che però solo nella piena maturità assume la potenzialità creatrice del Padre. Il Figlio nell’eterno è sempre nella pienezza, ma nel tempo lo diviene lentamente. Il verbo incarnato costituisce il punto di arrivo di un lungo processo di evoluzione che si realizza attraverso la relazione con Dio. Questo il senso stesso dell’attesa messianica. Il pane disceso dal cielo è la divina umanità di Gesù, è l’essere del Figlio mandato nel tempo. L’evangelista insiste particolarmente sul termine “mandato” che porta in sé la valenza semantica di inviato, angelo, e che nella Bibbia ha sempre connotati umani. Il Figlio è sempre mandato, ma solo dopo un lungo avvento trova le giuste condizioni per incarnarsi, trova l’innocenza originaria, lo stato di grazia.

L’economia della grazia richiede lo stato di grazia, per questo Maria è la porta che riapre il muro del nascondimento, della difesa, della morte. Implica la purità di cuore di chi completamente si affida. Richiede la fede. «Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna: e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Giovanni, 6, 40). Il Padre non vuole la morte del Figlio sulla croce, vuole che l’amore trionfi sulla terra, ma poiché dominano violenza, ingiustizia, odio, l’amore divino penetra assumendo in sé il dolore, patendo quanto l’umanità non è in grado di patire. La morte di Gesù sulla croce non ha il significato di risarcire Dio, è atto d’amore puro: «Io do la mia vita [...], nessuno me la toglie: io la do da me stesso» (Giovanni, 10, 17-18). E poiché chi vede il Figlio, vede il Padre, vuol dire che il Padre stesso porta in sé questo abisso di dolore, che l’amore puro cerca il non amore, desidera andare a colmare l’assenza di amore. La fede libera dalla difesa, dallo stato di nascondimento, permette di partecipare della grazia, di ricevere il perdono, il dono che non viene mai meno, il dono della vita che è vita eterna. L’excursus rintracciabile in Giovanni dilata talmente il significato eucaristico da farlo combaciare con la fede stessa. Più c’è affidamento, più si partecipa della grazia, più si incarna il segno eucaristico. Gesù si affida completamente al Padre, partecipa della grazia, si dona senza forzatura, per adesione totale all’amore puro, senza più scarti. L’amore desidera solo colmare ogni vuoto, entrare dove è assenza d’amore. Non forza, lascia che il tempo maturi le condizioni. Patisce, sta nella passione di quello che passa, non si ritrae.

Il segno eucaristico nel quarto Vangelo pervade interamente la vita pubblica di Gesù fin dall’inizio, quando il Battista lo riconosce: «Ecco l’Agnello di Dio, colui che assume il peccato del mondo» (Giovanni, 1, 29), chiara allusione alla Pasqua dei giudei, in cui però il rito è superato dalla vita, il memoriale attualizzato. Come già evidenziato, si definisce nell’immagine del pane disceso dal cielo che è Gesù stesso. Mangiare la sua carne, bere il suo sangue, significa radicarsi profondamente nella sua umanità, custode dell’essenza divina, dell’amore puro. Il probabile termine ebraico, bassar, carne, riguarda l’essere vivente nel suo insieme. Nell’ultima Pasqua poi, durante la cena d’addio, nei capitoli 13-17 riporta il discorso di commiato di Gesù attraverso cui rende partecipi misticamente i discepoli della comunione d’amore che lo unisce al Padre, che lo unisce a loro. Il segno eucaristico si dilata all’infinito rivelando che la grazia si effonde dalla corrente dell’amore trinitario che genera amore. Dove cade la resistenza, dove non c’è più difesa, ma totale fiducia, l’amore gratuito genera e si effonde. Il segno eucaristico rivela la sua vittoria sulla morte proprio attraverso questa infinita potenza generativa. Il culmine dello svelamento che avviene sulla croce — «li amò fino alla fine» (Giovanni, 13, 1) — porta pienamente alla luce l’insondabilità della misericordia, di quell’amore che si fa presente proprio dove è assenza di amore.

di Antonella Lumini

 

 

カナヅチとクギ

金づちしか持っていないと、すべてが釘に見える」という言葉がありますが、それと同じように、ある言葉遣いの比重が自分の中で大きくなりすぎてしまうと、大抵のことをその語彙(ごい)で理解・表現し、その考えに則って人や世界と関わることになりかねません。それが「言葉に乗っ取られる」ことです。

私たちの生活には、「言葉に乗っ取られる」経験があちこちにあります。「それってあなたの感想ですよね」などの論破につながるタイプの言葉を多用していると、他人の話を取るに足らないノイズとして扱い、黙らせることが習慣化してしまうことがありうるように。

他にも、「すべては努力の問題だ」「配られたカードで勝負しないといけない」「置かれた場所で咲きなさい」といったタイプの言葉遣いで物事を考えがちになると、ほとんどすべての問題や状況を「自己責任論」の視点で考えがちになります。


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